Il fallimento è una parola che evoca nell’uomo paura e inquietudine.
Probabilmente l’idea di perfezione che abbiamo innata ci porta a pensare che tutto ciò che facciamo è perfetto e magnifico al primo colpo.
Purtroppo la vita mette le persone di successo a durissima prova.
Anzi, la questione paradossale è che più si ha successo e più il rischio di fallire aumenta in modo esponenziale.
Alcune creazioni umane varcano la soglie dei tempi, ma anche se sono state acclamate per secoli non è detto che non abbiano provato l’onta del fallimento.
Era il 06 maggio del 1854 al Teatro di San Benedetto a Venezia. Quel giorno veniva riproposta La Traviata.
La prima fu al Teatro La Fenice…e fu un fallimento enorme.
Il grande Giuseppe Verdi in un rapporto epistolare con l’editore Ricordi, scrisse laconicamente: “La Traviata, ieri sera, fiasco”, e Ricordi rispose: “Sono dolente di doverti dare una triste notizia, ma non posso nasconderti la verità. La Traviata ha fatto fiasco”.
A volte nel gioco al massacro del fallimento partecipano involontariamente anche gli affetti più vicini. Angelo Mariani, amico e direttore d’orchestra di Verdi, si esprimeva sulla prima del La Fenice: “La traviata ha fatto un fiascone e peggio, hanno riso…”.
Ciò che fa male è che nel fallimento si è vergognosamente soli.
La prima di un teatro di allora non era solo una semplice messa in scena, ma un banco di prova sociale. Infatti, l’opera per secoli è stata il cuore della vita nazionale e i teatri non erano solo dei centri musicali e scenici, ma veri e propri luoghi di affari, di incontri mondani, politichi e amorosi.
Per attualizzare la portata del fallimento di Verdi, basti pensare di fare fiasco ad un evento trasmesso a reti unificate e con dirette sui vari social network…
In pratica una batosta!
Dopo quasi un anno dal fallimento clamoroso e con il grande peso dell’insuccesso, La Traviata tornava in scena al Teatro San Benedetto…e inaspettatamente fu un enorme e misterioso successo.
Giuseppe Verdi spiegò con multa umiltà quale fu la strada del successo: “Sappiate addunque che la Traviata che si eseguisce ora al S. Benedetto è la stessa, stessissima che si eseguì l’anno passato alla Fenice, ad eccezione di alcuni trasporti di tono, e di qualche puntata che io stesso ho fatto per adattarla meglio a questi cantanti: i quali trasporti e puntatore resteranno nello spartito perché io considero l’opera come fatta per l’attuale compagnia. Del resto non un pezzo è stato cambiato, non un pezzo è stato aggiunto, o levato, non un’idea musicale è stata mutata. Tutto quello che esisteva per la Fenice esiste ora per il S. Benedetto. Allora fece fiasco: ora fa furore. Concludete voi!!”.
Usando le parole di un altro genio italiano, Michelangelo, possiamo scoprire che “La perfezione è fatta di dettagli”e nel caso de La Traviata di trasporti di tono e qualche puntata…
È emozionante pensare che un semplice dettaglio può fare la differenza fra la gloria ed il fallimento, ma è ancora più entusiasmante pensare che in ognuno di noi abiti una forza umana così potente da capovolgere le sorti nefaste della vita.
Giorni speciali…oggi come allora chissà se il 06 maggio 2020 ci donerà dopo un fallimento una svolta inaspettata.