La nave Isère è arrivata finalmente in porto.
Ha appena attraccato a New York. Non porta delle merci, non porta viaggiatori. La nave Isère ha un carico molto più prezioso, porta negli Stati Uniti un ideale diviso in 214 casse, contenenti i trecento fogli di rame.
È il 17 giugno del 1885 quando inizia l’avventura della Liberty Lady.
La statua fu trasportata da questa piccola nave, che fu costretta a causa dell’opera mastodontica, a fare più viaggi per consegnare tutti i fogli di rame necessari per la costruzione dell’opera.
E’ stata progettata per essere un Colosso visibile a chilometri di distanza. Così sarà, oggi la Statua della Libertà è visibile fino a 40 chilometri di distanza.
Eppure, come ogni grande impresa, la sua realizzazione non fu semplice, basti pensare che per la costruzione dell’opera fu necessario fare ricorso ad un innovativo strumento finanziario il crowdfunding.
Fu il New York Times a lanciare l’iniziativa di una sottoscrizione dei cittadini.
La gente entusiasta rispose immediatamente, e si raccolse in pochi giorni la somma necessaria per dare inizio ai lavori.
Oggi la statua ultracentenaria è diventata un simbolo, non solo di libertà ma di qualcosa di più importante.
Questa Signora, varcando le soglie del tempo ha iniziato un viaggio di ritorno da opera d’arte materiale ad ideale mondiale di accoglienza e solidarietà.
Spesso si dimentica, infatti, l’iscrizione del sonetto posto alla base della statua, composto dalla poetessa statunitense Emma Lazarus:
«Tenetevi, o antiche terre, la vostra vana pompa – grida essa con le silenti labbra – Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata.»
Dalle parole del sonettori scopriamo che la base della libertà nasce dalla accettazione dell’altro, e forse è proprio questo principio cristiano che ha reso grande gli Stati Uniti (“La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo”).
Tuttavia, ogni dono affidato non è privo di contropartite: il rispetto dei propri valori e farsi carico del benessere degli altri sono l’obolo della grandezza.
Questo è un monito.
La gloria ricevuta da una nazione dell’era moderna che ha visto prima delle altre le immense folle di uomini varcare gli Oceani in cerca di fortuna e che ultimamente sostiene il principio dell’America First, abbia ben in mente che, parafrasando una parabola cristiana, tradendo i propri ideali di libertà e solidarietà le “sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”.
Giorni speciali…oggi come allora chissà se il 17 giugno vedrà la nascita di un ritrovato ideale di solidarietà e libertà.
