Avevamo affrontato l’argomento già in un precedente articolo.
Adesso, assistiamo ad un radicale cambiamento dell’orientamento dei giudici in tema di riduzione del canone proporzionale al mancato utilizzo del locale commerciale per il periodo di lockdown.
La attuale situazione rende sicuramente incerto ogni futuro giudizio e sollecita le parti ad una definizione bonaria delle controversie.
I precedenti provvedimenti giudiziari, infatti, avevano stabilito che in caso di riduzione del canone, il giudice avrebbe potuto apportare, una modifica equitativa dell’affitto al fine di salvare il rapporto contrattuale, minato dalla morosità sorta durante il periodo di lockdown.
Questa riduzione era motivata dall’impossibilità per il conduttore di utilizzare pienamente l’immobile, in quanto le limitazioni stringenti dovute alla pandemia avevano obbligato gli esercenti a chiusure inattese.
Ora l’orientamento sembra cambiato.
A prescindere dalla valutazione di legittimità costituzionale dei DPCM (peraltro molto approfondita nel provvedimento del Tribunale), il Giudice ha stabilito che anche durante il periodo di emergenza Covid, l’immobile ha conservato il proprio valore locativo, di conseguenza sarebbe legittimo per il locatore richiedere il pagamento del canone stabilito contrattualmente.
Inoltre, il Giudice, nel procedimento analizzato, si sofferma anche su un ulteriore argomento stabilendo che: “nessuna norma impedisce il pagamento del canone e lo stesso è quindi certamente dovuto, non potendo assumere rilievo le difficoltà finanziarie temporanee di carattere soggettivo” .
Pertanto, con questo nuovo orientamento si stravolge completamente il precedente assetto, creando instabilità ed incertezza nel diritto.
Consigliamo le parti interessate cercare una bonaria definizione delle controversie, invece di adire le vie giudiziarie, poiché allo stato attuale gli esiti sarebbero imprevedibili.
ALLEGATO: Provvedimento
